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P2P Lending: il Social Lending per finanziare la tua Startup

P2P Lending: il Social Lending per finanziare la tua Startup

Fenomeno in forte ascesa il P2P lending, o Social Lending, è in realtà un prestito personale erogato da privati ad altri privati su Internet. Ha luogo sui siti di aziende di social lending, senza passare quindi attraverso i canali tradizionali rappresentati da società finanziarie e banche.

L’idea di rendere indipendente il ricorso al credito dalle banche è nata in Inghilterra nel 2005, con un sito web chiamato Zopa, che sino ad oggi ha erogato circa 800 milioni di dollari in prestiti. Ma parliamo di dollari perché è negli USA che il fenomeno prende piede nel 2007 attraverso Lending Club, il primo operatore americano che ha erogato finora cifre da capogiro: 3,7 miliardi di dollari in prestiti, con circa 250 milioni di dollari al mese durante il 2013. Questo ritmo ha attirato, figuriamoci, perfino l’interesse di Google, che ha investito 125 milioni di dollari nel social lending.

Il P2P Lending  è una forma di prestito personale che, in quanto tale, non prevede garanzie a protezione del prestatore contro il rischio di default. Con il social lending, chi presta denaro e chi lo riceve mediamente percepisce o paga una quota di interessi più favorevole rispetto a quella proposta dalle istituzioni finanziarie tradizionali. Ciò è possibile perché i costi di intermediazione sono ridotti, in quanto il prestatore e il richiedente (il contraente del prestito) vengono messi in relazione diretta e le aziende intermediarie, operando su web con servizi altamente automatizzati, hanno costi ridotti.

Solitamente nelle piattaforme di P2P Lending ad ogni richiedente viene assegnato un rating, cioè un livello di affidabilità, interrogando le centrali rischi private, in modo del tutto simile a quanto fanno banche e finanziarie. Più il livello è scadente e più i tassi di interesse per i prestatori sono alti per compensare il rischio. Il prestito viene erogato dopo un’analisi della documentazione fornita dal richiedente a controprova di quanto dichiarato online. Al suo ammontare contribuiscono centinaia di prestatori, ognuno con una quota e un tasso specifico, ed è a tasso fisso, calcolato come media ponderata dei tassi richiesti dai singoli prestatori. Il richiedente restituisce il prestito con una rata mensile, normalmente per addebito diretto su conto corrente bancario ed è poi compito dell’intermediario di social lending ridistribuire la rata ai prestatori secondo la quota capitale e la quota interessi spettante. In caso di morosità di uno o più richiedenti, la società intermediaria attiva i programmi di recupero credito a nome di tutti i prestatori coinvolti.

I prestatori partecipano al prestito mettendo in offerta il denaro, in una delle due modalità tipicamente proposte dall’intermediario: l’asta al ribasso in cui i prestatori competono tra loro per partecipare al prestito o il tasso fisso stabilito dall’intermediario. Per mitigare il rischio il prestatore può scegliere le tipologie di rischio del richiedente e diversifica l’investimento, ossia non presta mai la somma offerta ad un singolo richiedente ma essa viene suddivisa su decine di richiedenti diversi. In alcuni casi le piattaforme di social lending offrono la possibilità ai prestatori di cedere i propri crediti ad altri prestatori, in una sorta di mercato secondario, per rientrare rapidamente dall’investimento in caso di necessità.

Le aziende di social lending generano il proprio fatturato con una commissione percepita dai richiedenti al momento dell’erogazione del prestito e una commissione percepita dai prestatori per il servizio, tipicamente su base annuale e in percentuale sugli importi in prestito o sugli interessi percepiti.

Da un punto di vista legale sia il prestatore che il richiedente stipulano un contratto concluso a distanza con l’azienda di social lending, in particolare il richiedente si riconosce debitore di n prestatori, ognuno identificato dal suo nickname (solo l’azienda conosce le identità reali, prestatori e richiedenti si conoscono tra loro via nickname). Il prestito erogato dal prestatore non è protetto da garanzie nel caso di default del richiedente. In caso di fallimento dell’azienda di social lending, il denaro del prestatore è protetto dalle azioni dei creditori dell’azienda stessa e la restituzione delle rate residue prosegue a cura della procedura fallimentare.

In Italia le community del credito al consumo sono un fenomeno recente e ormai conosciuto. Le principali piattaforme autorizzate da Bankitalia per i prestiti tra i privati sono: Smartika e Prestiamoci, tuttavia, il sistema dei prestiti peer to peer è diffuso in tutto il Mondo, ad esempio, negli Stati Uniti i tre siti  principali sono: www.lendingclub.com, www.globefunder.com e www.prosper.com.

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